mercoledì 20 gennaio 2010

cosi si riciclavano i soldini.............

di Paolo Biondani

Le motivazioni della condanna definitiva per Maurizio Raggio, il più famoso tesoriere delle tangenti di Bettino Craxi

Condanna definitiva per il più famoso tesoriere delle tangenti di Bettino Craxi. Dopo il tribunale e la corte d'appello, anche la Cassazione ha dichiarato Maurizio Raggio "colpevole di più delitti di ricettazione e riciclaggio" e gli ha inflitto tre anni e quattro mesi di reclusione. Una pena che il condannato non sconterà grazie all'indulto.

Le motivazioni della condanna finale, finora inedite, sono state depositate il 7 settembre scorso nella cancelleria della seconda sezione penale della Suprema Corte. Raggio, che ha compiuto 51 anni il 7 gennaio, è stato riconosciuto colpevole di aver "gestito e trasferito su altri conti", agendo sempre come "fiduciario di Craxi", oltre 35 miliardi di lire in "denaro e titoli provenienti dai delitti di corruzione e finanziamento illecito del Psi". Al centro del processo c'erano i conti svizzeri personali del defunto leader socialista, che custodivano tangenti diverse e ulteriori rispetto ai finanziamenti, anch'essi illeciti, incassati dai segretari amministrativi del suo partito prima che scoppiasse Mani Pulite. Fino al '92 Craxi aveva affidato la gestione materiale del proprio capitale a un amico d'infanzia, l'imprenditore Giorgio Tradati, che nel '93 ha confessato e poi patteggiato una condanna a due anni. Tra il 93 e il '94, sempre per ordine di Craxi, i depositi ancora custoditi in due banche svizzere sono stati svuotati da Raggio, che li ha sottratti alla giustizia italiana utilizzando, in particolare, altri conti esteri messi a disposizione dalla sua convivente dell'epoca, Francesca Vacca Graffagni, vedova del conte Agusta, che è morta nel 2001 dopo aver a sua volta patteggiato una condanna a due anni.

Secondo l'accusa confermata in tutti i gradi di giudizio, Craxi aveva incassato su quei conti svizzeri gran parte delle tangenti pagate dalle aziende corruttrici italiane, dal 1987 al 1992, per ottenere i maxi-appalti della metropolitana milanese. Negli stessi anni le contabili bancarie documentano decine di prelievi per acquisti personali: immobili tra Italia e Stati Uniti, versamenti ad alcuni familiari, finanziamenti alla tv locale di un'amica romana. Sugli stessi conti erano finiti anche 21 miliardi di lire bonificati dalla società All Iberian, la "tesoreria occulta della Fininvest all'estero": per queste accuse di finanziamento illecito,però, Silvio Berlusconi e Bettino Craxi, condannati in primo grado, hanno beneficiato della prescrizione in appello.


All'inizio del '93, al culmine dell'inchiesta Mani Pulite, l'amico-prestanome Tradati chiese e ottenne di farsi sostituire da Raggio, che svuotò immediatamente i saldi finali: 22 milioni di franchi svizzeri prelevati dal conto "Constellation Financiaire", altri 15 miliardi di lire dal deposito chiamato "International Gold Coast" di Ginevra. Dove i magistrati elvetici hanno anche scoperto e sequestrato a Craxi circa 15 chili di lingotti d'oro. Dalla Svizzera, però, sono rientrati in Italia solo poco più di tre miliardi di lire, gli unici finora sottoposti a confisca a favore dello Stato italiano. Tutti gli altri soldi sono stati fatti sparire da Raggio, che li ha in parte riutilizzati per spese personali: per questo è stato condannato anche per ricettazione, cioè come destinatario finale di una fetta del bottino. Ma il grosso del tesoro riciclato da Raggio non è più rientrato in Italia: l'ultima destinazione conosciuta è una rete di conti alle Bahamas, il paradiso fiscale che ha rifiutato di collaborare alle indagini.

Nelle motivazioni della sentenza definitiva si legge, tra l'altro, che neppure Raggio ha mai contestato di aver nascosto soldi di Craxi: nel ricorso, ora bocciato dalla Cassazione, il condannato sosteneva di aver riciclato solo i finanziamenti illeciti al Psi, un reato che prima del '93, stando alla sua difesa, non sarebbe stato punibile. Respingendo questa tesi, invece, la Suprema Corte ribadisce che comunque Raggio ha continuato a riciclare pure nel '94 anche i profitti della corruzione, come si ricava, tra l'altro, perfino da "un manoscritto dello stesso imputato, sequestrato durante le indagini". Nell'inutile tentativo di far annullare la condanna, inoltre, il suo avvocato, Andrea Fares, si era richiamato a tutti i cavilli e formalismi previsti dalla legge anti-rogatorie del 2001, ma la Cassazione ha riconfermato la validità delle prove documentali trasmesse dalla Svizzera all'Italia. Come già nel caso Previti, infatti, la Suprema Corte ha ritenuto contraria ai principi generali del diritto internazionale la pretesa dei difensori di far timbrare ogni foglio dalle autorità elvetiche con una rituale "certificazione di conformità".

Nel suo ricorso difensivo, Raggio invocava anche il dissequestro di società e fondi a lui intestati, in particolare la restituzione di un conto a Vaduz e della cauzione di 64 mila euro per il leasing di una Porsche. La Cassazione invece ne ha ordinato la confisca definitiva, chiarendo che erano i resti del "compenso di un milione e mezzo di dollari pagato dall'on. Craxi a Raggio perché procedesse alle operazioni di riciclaggio".


FONTE: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/cosi-raggio-riciclava-i-soldi-di-craxi/2119596&ref=hpsp