martedì 19 gennaio 2010

LETTERA APERTA A MONTESQUIEU ...DI LUCIA DEL GROSSO


SULLA NATURA E SUL PRINCIPIO DEL GOVERNO BERLUSCONI.
Carissimo Montesqueu,
da qualche tempo rifletto sul dibattito politico in cui è infognato il nostro Paese, ma i pensieri mi si ingarbugliano e allora ho pensato di rivolgermi a te, che hai dedicato la vita a sviscerare i temi della filosofia politica, per chiarirmi almeno un po' le idee.

Correggimi se sbaglio, ma tu ne "Lo spirito delle leggi", e precisamente nel Libro III, cap. I, hai definito la natura e il principio dei governi, qualificando la natura come ciò che fa essere un governo ciò che è, e il principio come ciò che lo fa agire.

E fin qui mi sembrava tutto chiaroi, dato che mi pare evidente che la natura del governo Berlusconi, cioè ciò che lo fa essere quello che è, è che il suo capo ha problemi con la giustizia, e che il suo principio, cioè cioè che lo fa agire, è toglierlo in qualche modo dai guai.

Solo che poi, leggendo i capitoli successivi, mi sono accorta che tu non avevi previsto questo caso.

Infatti hai teorizzato che la natura del governo repubblicano consiste nel fatto che il potere sovrano appartiene al popolo; quella del governo monarchico, che il potere sovrano lo ha il principe, ma lo esercita secondo leggi stabilite; quella del governo dispotico, che governa una persona sola secondo la sua volontà e i suoi capricci.

Il governo Berlusconi è un inedito della storia, che nemmeno tu, con la tua capacità di astrazione, sei riuscito a prevedere. Formalmente sarebbe un governo repubblicano, ma nella sostanza lo contraddice nella natura e nel principio.

Nella natura perchè il popolo è sovrano e nessun sovrano può tollerare che un cittadino sfugga alla giustuzia, se no che sovrano è?

Ma anche nel principio, dato che quello del governo repubblicano è, secondo te, la virtù. Apro una parentesi: mi devo ricordare che quando leggo qualche brano di filosofia politica non devo bere contemporaneamente, oggi ho rischiato di morire soffocata.
Comunque oramai l'hai scritto: il principio della democrazia è la virtù.

Ora, a meno che non intendi per virtù gli esercizi sul letto di Putin, ne vedi in giro qualcuna, tipo preminenza dell'interesse generale su quello privato? Ma andiamo avanti. Non è neanche una monarchia.

E non solo perché non lo è formalmente.

Ma anche perché, secondo il tuo pensiero, è nella natura della monarchia l'esercizio del potere del principe secondo le leggi stabilite, poste per il corretto funzionamento dello Stato.

Solo che in Italia l'esercizio del potere legislativo funziona un po' come la molla delle mutande: si allarga e si restringe per adattarsi al culo di qualcuno. Siamo arrivati al 19esimo strappo, si romperà prima o poi questa molla?

E non ci siamo neanche riguardo al principio che, come scrivi tu, per il governo monarchico è rappresentato dall'onore.

Parentesi: stavolta sono stata attenta, non avevo niente in bocca mentre leggevo questa pagina.

L'onore infatti è una questione di faccia, se al posto della faccia si ha la parte anatomica usata per stare attaccati alle poltrone non si può parlare di onore. Rimane il regime dispotico, la cui natura consiste nel governo di uno solo secondo la sua volontà e i suoi capricci.

Buoni! Può sembrare ad un primo sguardo, ma non è nemmeno questo il caso. E non lo è perchè il principio del governo dispotico è la paura.

E la paura ha almeno una grandezza tragica.
I tempi che stiamo vivendo invece hanno solo il ridicolo della farsa.

Per adesso.
Il pericolo non è quello di leggi autoritarie, è quello della licenza.

Si fa tutti un po' come ci pare, per permettere ad uno di salvarsi, si smantella pezzo pezzo l'ordinamento giuridico.
Caro Montesquieu, aggiungi un altro capito alla tua opera,
magari dettalo a qualche medium,
e dicci la tua.