mercoledì 5 gennaio 2011

Lo prometto non vi romperò più le scatole con le mie note "a cazzo di cane"... Chi vuole lasciare un commento lo faccia sarà bene accetto,.....prego astenersi ..mi piace...o grazie per il tag.....Distinti saluti.

I sempre più numerosi italiani che votano Lega vogliono salvarsi da soli. Sono italiani del Nord, delusi dalla politica statale ma delusi anche dalla politica del Pdl, che è politica statale.

Ogni giorno porta uno stillicidio di notizie velenose su immigrazione, sicurezza, evasione, crisi delle aziende, e mafia-camorra-'ndrangheta che sembrano sempre falciate ma in realtà sono sempre onnipotenti.

Il popolo dei votanti Lega pensa: a sanare Sicilia, Calabria, Puglia, Campania non ce la faremo mai; rassegniamoci; andiamo per conto nostro. Perfino una parte di elettori Pd han votato Lega, convinti che votando Lega votano per se stessi, votando Pd votano per gli altri.

Quel che vuole la Lega è chiaro. Riguarda immigrazione, sicurezza, sanità, scuola, rapporto fra elettori ed eletti, e soprattutto i soldi, i soldi, i soldi, quelli che paghiamo in tasse, quelli che restano a noi, quelli che lo Stato ci restituisce come servizi. Ora, su quegli stessi campi, abbiamo noi capito cosa vuole il Pd?

Abbiamo letto il programma di Bersani?

Non l'abbiamo letto, non l'abbiamo capito, perché non c'è. L'ultimo programma esposto dalla sinistra con chiarezza (come entrare in Europa, come combattere l'evasione, come regolare le tasse, come incrementare il lavoro) risale a Prodi.

Che infatti ha vinto.

Poi ha perso la battaglia governativa, ma prima ha vinto la battaglia elettorale.

Dopo di allora, a sinistra, la campagna elettorale non c'è nessuno che sappia impostarla. Mi sanguina il cuore, ma devo dirlo.

Si ribatte: colpa delle tv.

Ma la Lega è senza giornali e senza tv molto più del Pd. Tuttavia chiama a raccolta e ha inventato un grido di battaglia, che è: federalismo. Il federalismo era una cosa complessa (e non sciocca) come lo esponeva il senatore Miglio; adesso, come vien spiegato al popolo, è una cosa semplice, miracolosa e difficilissima: ogni regione avrà in base al proprio lavoro e alla propria onestà. Cioè, se lavora molto e produce molto, avrà molto, non sarà defraudata per ripianare i debiti delle regioni non-virtuose.

Le regioni non-virtuose venivano chiamate fino a pochi anni fa regioni povere, e aiutarle era un dovere civile. Ma gli scandali di Puglia-Campania-Sicilia hanno ucciso il senso di solidarietà, lo hanno sostituito con la voglia di autonomia. Che dilaga.

Il Veneto l'ha sempre avuta, adesso è entrata anche nel Piemonte. La Storia ha questo brutto sistema di risolvere i problemi: li sostituisce con altri problemi. La Questione Meridionale non è certo risolta, ma è durata troppo a lungo, e adesso viene sostituita, nell'attenzione della politica, dalla Questione Settentrionale.

La Questione Settentrionale è il lievito della Lega, ma è assente nel Pdl. Perché il Pdl ha anche un radicamento nel Sud, come ce l'aveva An.

La Questione Meridionale si poneva perché il Sud era un problema, nella Questione Settentrionale il Nord non è un problema, è la soluzione.

Il Nord pensa a salvare se stesso, e se questo è l'appello, si schiera fra le regioni pronte a disfarla.

Celebreremo il 150° anniversario, ma tutto fa temere che sarà una celebrazione di facciata: buona parte del popolo non la sente più. Eppure fu un evento grandioso, realizzato col contributo (di sangue) di tante regioni che oggi il Nord dimentica, compresa in primo luogo la Sardegna.
Poi ci lamentiamo che in Europa contano Francia e Germania: sono Stati solidi e uniti, mentre l'Italia è spaccata, e oggi più di ieri.

In Italia il Nord rafforza il suo potere, in Europa l'Italia vede calare il proprio.